Il nuovo Bat-Universo cinematografico creato da Matt Reeves rivaleggia e a mio parere supera (salvo improbabili harakiri nel secondo e terzo capitolo, che devono ancora uscire) la trilogia di Christopher Nolan, l'Alfred Hitchcock del XXI secolo. Reeves ha introdotto una nuova versione del Pinguino, dopo quella, iconica, di Danny De Vito nel film di Tim Burton del '92, e quella discutibile di Robin Lord Taylor nella serie Gotham, oltre che nelle varie serie animate. Il successo di pubblico e critica del film ha permesso alla produzione di ampliare il racconto estendendolo a una miniserie, diretta da Craig Zobel, Helen Shaver, Kevin Bray e Jennifer Getzinger e scritta da Lauren Le Franc, in cui si approfondisce il personaggio del Pinguino, ma la stessa città di Gotham è, di fatto, una dei protagonisti.
Un universo come quello dei fumetti è troppo ampio per essere trattato in maniera soddisfacente in uno, due o tre film. Le serie Tv, soprattutto ai nostri giorni, dove si investono parecchi soldini, e quindi si possono ingaggiare attori famosi e realizzare degni effetti speciali, oltre che scrivere storie con i controcazzi, permettono di ampliare meglio storie e personaggi, senza dover storpiare le trame per farceli stare dentro il tempo ridotto della pellicola cinematografica. Del resto Reeves aveva già creato delle estensioni, subito dopo il film, con un sito in cui proseguivano gli indovinelli dell'Enigmista e un video pubblicato su YouTube che mostrava come il regista si fosse permesso di tagliare la presenza nientepopodimeno che del Joker, la nemesi di Batman par excelence. Probabilmente il clown di Gotham, nell'interessante versione di Barry Koeghan, sarà il protagonista della serie Tv che intervallerà il secondo e terzo capitolo della saga di Reeves.
Prima del Reeves-verso, sembrava che la dicotomia insuperabile nei cinecomics fosse quella tra fumettosità e realismo, cioè tra film colorati e fedeli alla caratterizzazione fisica e morale dei comics, ma al contempo credibili, e film ispirati ai fumetti ma con deviazioni estetiche e di trama che li rendessero credibili anche sul grande schermo. Per questo non abbiamo avuto un Batman con i mutandoni e il costume grigio e blu, non abbiamo più avuto un Superman con i mutandoni, abbiamo avuto gli X-Men vestiti di nero.
La fumettosità, poi, oltre che sul piano estetico, si vede anche sul piano narrativo. E qua è molto più difficile, forse anche impossibile, trovare una via di mezzo, in quanto fumetto e film usano due linguaggi diversi (mentre invece la serie televisiva potrebbe, come già detto, ovviare a questo problema). Fallita la fumettosità esageratamente beat e frickettona di Schumacher negli anni '90 (ma con personaggi esteticamente ineccepibili, soprattutto Poison Ivy, Bane, Due Facce, Mr Freeze, e scenografie stupende), nei primi anni 2000 il realismo di Nolan risollevò il personaggio di Batman, con una trilogia limitata nel tempo, 2005-2012. Nel frattempo, e anche successivamente, è esploso il fenomeno dei cinecomics targati Marvel Studios-Disney che ha prodotto ad oggi 34 film e 10 serie televisive, tutti collegati tra loro. Se dal punto di vista della caratterizzazione morale e psicologica e del tipo di trame non sempre queste opere hanno soddisfatto al 100% i fan, dal punto di vista estetico è sicuramente stata sdoganata la fumettosità.
L'altro grande studio cinematografico che produce film, serie Tv e d'animazione tratte dai fumetti è DC Studios, che ha in mano personaggi iconici come Batman, Superman, Flash e Wonder Woman ed è in società con la Warner. In questo caso la gestione dei personaggi è stata molto più travagliata. Inizialmente c'era il DC Extended Universe della Warner e poi sono stati creati i DC Studios. La volontà di voler inseguire frettolosamente la Marvel ed essersi affidati totalmente, ma con allo stesso tempo troppi ripensamenti, ad un folle visisonario (in senso buono) come Zack Snyder, hanno prodotto film molto criticati dalla stampa e dal pubblico, con incassi al di sotto delle aspettative, anche se, dal punto di vista puramente estetico, abbiamo avuto il miglior Batman, e anche Wonder Woman, Superman e Flash erano salvabili e apprezzabili (il problema è stato la scrittura troppo libera e incoerente dei personaggi e delle trame).
Nel 2019 è uscito un film che ha rischiato di cambiare per sempre il paradigma, cioè Joker di Todd Philips. Anche se oggi ci è stato detto che quello non era il vero Joker dei fumetti, all'epoca tutti ci sono cascati credendo che Joker fosse un cinecomic e in quanto tale ha il record di aver superato il miliardo di dollari di incassi. Nel suo caso non si parla neanche più di realismo, ma sarebbe meglio parlare di minimalismo. Un minimalismo che ha battuto la fumettosità colorata della Marvel, ma che, se proseguito, avrebbe portato alla fine dei film tratti dai fumetti.
La casa produttrice ha subito diversi sussulti interni e dopo una fase di grossa confusione nel 2022 James Gunn e Peter Safran hanno ricevuto l'incarico di rilanciare la produzione cinematografica e televisiva dei personaggi della DC Comics. Batman non rientra in questo reboot in quanto, nella confusione, la Warner aveva già affidato a Reeves l'incarico di sostituire Ben Affleck alla regia di un film di rilancio sul cavaliere oscuro. Quello di Reeves infatti non è il Batman canonico, ma è un Batman di un cosiddetto Elseworld, altro mondo. Gli elseworlds sono dei fumetti che raccontano storie alternative dei personaggi, con la possibilità di poter ampliare la fantasia delle storie senza intaccare quella che viene definita continuity, cioè la coerenza interna, la linearità delle storie dei personaggi canonici.
Nel 2025 arriverà quindi il nuovo Superman, il cui trailer sta avendo moltissime visualizzazioni su internet, e da lì in poi tutti gli altri personaggi verranno rilanciati. La direzione sembra proprio quella della fedeltà ai fumetti, non solo estetica. Per esempio Superman avrà un Super-cane, Krypto, e molti Super-amici, come effettivamente avviene nei fumetti. Nel caso di Batman, probabilmente vedremo quella che viene definita Batman Family. Il cavaliere oscuro infatti ha agito in solitaria per i primi anni, ma poi è stato affiancato da una serie di altri eroi. Prima di tutto Dick Grayson, alias Robin, che poi si è messo in proprio con il nome di Nightwing. E poi ci sono stati, nei fumetti, altri 5 Robin. E poi c'è Batwoman, il cane Asso, Batgirl, Bluebird. Tra film, serie animate e telefilm probabilmente vedremo tutti questi personaggi, oltre ovviamente a un altro attore nei panni di Batman, nel nuovo universo di Gunn.
Rimane da capire come verrà gestito l'universo di Reeves, dato che è apprezzatissimo da critica e pubblico. Nel 2026 uscirà il secondo capitolo, ed è già previsto anche un terzo, presumibilmente entro il 2030. Inoltre, sta funzionando l'idea degli spin off. Tra amici, nemici, personaggi e luoghi iconici di Gotham City, le possibilità di esplorazione narrativa sono molteplici e Reeves e i suoi collaboratori stanno facendo un ottimo lavoro. Il suo primo film è stato apprezzatissimo da critica e pubblico, e anche The Penguin sta collezionando tantissime recensioni positive. Pattinson ha 38 anni e interpreta un Batman che ne ha circa dieci di meno, potenzialmente potrebbe indossare i panni del Pipistrello di Gotham fino a 50, portando il personaggio da giovane ad adulto-maturo. Il che significherebbe anche non fermarsi alla solita trilogia, dato che il personaggio funziona. In tutto ciò, il Batman di Gunn, che potrebbe essere un ottimo Batman fedele ai fumetti, rischia di pestare i piedi all'universo di Reeves, a meno che non si decida di posticipare il suo lancio a dopo il 2030, oppure di fondere i due universi e rendere quello di Pattinson il Batman canonico.
The Penguin non stravolge il personaggio dei fumetti e rimane quindi coerente, senza bisogno di sacrificare la fumettosità per lasciare spazio al realismo, anzi il suo è vero realismo. La serie è in linea sia coi fumetti, sia con il genere crime, con le storie di gangster e mafiosi e criminali, corruzione, indagini, omicidi, colpi di scena, etc., che sa raggiungere una tensione degna di grandi serie come True Detective, Sons of Anarchy e Breaking Bad. I personaggi sono lucidi e spietati, psicologicamente caratterizzati in maniera veramente potente. Una via di mezzo efficace, non un semplice compromesso, tra quella fumettosità tanto temuta, perché se gestita male può far sembrare il film o la serie una pagliacciata, e quel realismo spinto quasi al minimalismo che però ha un rischio speculare, quando applicato alla cultura pop dei fumetti, che è sempre quello di raggiungere il ridicolo.
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